Etruschi


Scientia Antiquitatis

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L'etruscologia può essere considerata una delle più precoci forme di "memoria" dell'antico.
Il recupero delle testimonianze relative alla cultura etrusca è infatti un fenomeno che si avvia già in epoca romana e giunge a rappresentare un filo ininterrotto sino al mondo medievale e a quello moderno.
Oggetto di curiosità, elemento di confronto o tema di ricerca antiquaria, tra XIV e XVII secolo il mondo etrusco occupa un posto di rilievo nella scoperta delle civiltà antiche.
Nel XV secolo eruditi come Annio da Viterbo ne approfondiscono lo studio, architetti come Leon Battista Alberti e Filarete ne ricostruiscono i monumenti a partire dalle descrizioni delle fonti letterarie.
I ritrovamenti restituiti via via dalle terre di Lazio e Toscana sono trattati come "meraviglie".
Offuscata dalle trasformazioni successive o meno appariscente, ma non per questo meno importante, risulta invece la documentazione legata alle "città dei vivi", sebbene proprio nel carattere urbano debba essere individuata una delle più caratteristiche cifre del mondo etrusco.
Ancora, la struttura della "pagina" Scientia Antiquitatis Etruschi e le sue finalità (che richiedono necessariamente un apparato illustrativo godibile) hanno condizionato la scelta delle immagini.
Sono stati privilegiati oggetti che ricadono nell'ambito della produzione artistica e che rappresentano, come è ovvio, solo un particolare aspetto della cultura etrusca; per lo stesso motivo non sono molti gli oggetti legati alla cultura materiale quotidiana, a fronte di un'ampia selezione di beni destinati all'uso "cerimoniale" da parte delle classi dominanti.
Conseguenza accessoria di queste scelte, Scientia Antiquitatis Etruschi può apparire sbilanciato verso alcune particolari manifestazioni culturali o determinati orizzonti cronologici, e comunque non tutti i periodi della storia etrusca sono ugualmente rappresentati.


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