martedì 10 settembre 2013

Esistevano due diverse culture tra gli uomini di Neanderthal.





Un nuovo studio pubblicato sul Journal Of Human Evolution rivela che i Neanderthal erano culturalmente molto più complessi di quanto si pensasse.
La ricerca ha messo in evidenza il fatto che i diversi gruppi presenti in Europa producevano ciascuno una caratteristica forma di asce, mostrando di avere stili di fabbricazione distinti.
La tecnica di produzione delle asce, lo strumento multiuso utilizzato dei Neanderthal principalmente per preparare il cibo, è stata tramandata di generazione in generazione, dimostrando l'apprendimento sociale tra i diversi gruppi.
Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell'Università di Southampton. La dottoressa Karen Ruebens, del Centro per l'Archeologia delle Origini dell'Uomo (CAHO) ha esaminato il design di oltre 1300 utensili in pietra provenienti da 80 siti diffusi tra Germania, Belgio, Francia e Paesi Bassi.
La Ruebens è giunta alla conclusione che dai 115 mila ai 35 mila anni fa esistevano tra i Neanderthal nordeuropei due distinte culture, una che comprende la Gran Bretagna e le regioni a sudovest della Francia, l'altra che comprende la Germania e l'Europa orientale.
I Neanderthal che vivevano in occidente producevano asce che avevano una certa simmetria, dando alla pietra una forma triangolare o di cuore. I Neanderthal orientali, invece, producevano asce asimmetriche, una sorta di coltelli bifacciali, l'antenato del 'coltellino svizzero'.
Secondo quanto la Ruebens ha detto al daily Mail, le asce erano utilizzate entrambe per funzioni simili, quali la macellazione degli animali, la lavorazione del legno e altre attività, confermando che si trattava di utensili 'multifunzionali'.
Inoltre, lo studio rivela anche uno scambio culturale tra i diversi gruppi. “La zona di transizione tra la Francia e il Belgio indica l'esistenza di contatti tra i diversi gruppi di Neanderthal. La zona può essere considerata una sorta di 'pensatoio', dove i vari gruppi, sia orientali che occidentali, si incontravano scambiandosi idee e nuove tecniche di lavorazione”, spiega la Ruebens.
Numerosi ritrovamenti hanno dimostrato che i Neanderthal hanno investito tempo ed energia per padroneggiare l'arte degli utensili, tramandando il sapere alla generazioni posteriori.
“Produrre utensili in pietra non era soltanto un'attività dettata dal bisogno”, continua Ruebens. “I Neanderthal impiegavano un sacco di tempo nella creazione e nello sviluppo di questi strumenti, diventando un'attività socio-culturale. Questo indica un forte meccanismo di apprendimento sociale all'interno dei due gruppi e dice qualcosa sulla stabilità e la connettività delle popolazioni di Neanderthal”.
La ricercatrice, quindi, sottolinea il fatto che produrre le asce in un certo modo non era dettato dalla semplice abitudine, ma dalla scelta consapevole di una tecnica produttiva migliore di quella precedente, poi insegnata ai più giovani.
I Neanderthal si sono discostati dalla linea dei primati che ha dato origine all'Homo Sapiens intorno ai 200 mila anni fa. Questo gruppo si è poi trasferito in Eurasia ed è completamente scomparso dal mondo circa 30 mila anni fa. Altri studi hanno dimostrato che gruppi di Neanderthal potrebbero aver vissuto vicino al Circolo Polare Artico tra i 34 mila ai 31 mila anni fa.





Scientia Antiquitatis reportage: India, Lathmar Holi Festival


Holi è tradizionalmente il rito che celebra l’arrivo della primavera. 






Comunemente nota anche come “la festa dei colori“, Holi è caratterizzata dapartecipanti gioiosi che si gettano tra loro acqua colorata e polvere. Nel nord Uttar Pradesh, “Lathmar Holi” si celebra prima dello stesso Holi. Anche il Latmar Holi è un rito di primavera, ma il festival offre anche un ulteriore livello di divertimento affondando le sue radici nella mitologia indù.









Il Signore Krishna si dice di aver visitato il villaggio di Barsanacercando di prendere la sua consorte Radha, ma le donne della città risposero cacciandolo. Oggi le donne di Barsana “battono” gli uomini del villaggio di Krishna Nandgaon con i bastoni cantando canzoni provocatorie e gettando polvere colorata su di loro. Quest’anno Holi sarà celebrato in tutta l’India e in altri luoghi il 27 marzo.




Le misteriose 'Grotte di Mustang': un antico regno in Nepal




Nascoste tra le cime dell'Himalaya, esiste un luogo con circa 10 mila grotte artificiali scavate nella roccia viva a circa 60 metri d'altezza, in una gola così grande da superare di gran lunga il Gran Canyon.
L'impressionante numero di grotte si trova nel nord del Nepal, nel Distretto di Mustang, e rappresenta uno dei più grandi misteri archeologici del mondo.
Alcune di esse sono uniche, con un solo ingresso aperto su un vasto fronte di rocce frastagliate. Altre, invece, sono state realizzate in gruppo, una sull'altra, presentando accatastamenti verticali anche su nove livelli.
Gli archeologici non sanno chi le abbia costruite, né quale fosse la loro funzione. Inoltre, non si riesce a comprendere come facessero le persone a salire verso queste cavità realizzate a diversi metri dal suolo. 
A metà degli anni '90, archeologi provenienti dal Nepal e dall'Università di Colonia hanno cominciato ad esplorare l'interno delle grotte, trovando una dozzina di corpi umani, tutti antichi di almeno 2 mila anni.
Da allora, gruppi di ricercatori hanno continuato ad indagare le 'Grotte di Mustang'. Coloro che hanno avuto la fortuna di visitare le misteriose grotte hanno raccontato di aver avuto l'impressione di trovarsi di fronte ad un gigantesco castello di sabbia.
Uno di questi è Cory Richards, un fotografo d'avventura, che insieme all'archeologo Mark Aldenderfer, allo scalatore Pete Athans e ad una squadra di esploratori, si è recato sul sito alla ricerca di reliquie nascoste e grotte inesplorate. “Onestamente, quando sono arrivato mi sono reso conto che il sito è più grande di qualsiasi cosa abbia mai potuto immaginare”, racconta Richards.
In alcune cavità sono stati rinvenuti diversi murales e manoscritti che illustrano la storia buddista. I ricercatori pensano che l'utilizzo delle grotte di Mustang sia divisibile in almeno tre periodi.
Le grotte venivano utilizzate già nel 1000 a.C. come camere funerari. Ma non si esclude che le cavità siano state utilizzate successivamente dalle antiche popolazioni locali come rifugio in caso di attacco.
La maggior parte delle grotte, infatti, risulta essere vuota, anche se in alcune di esse sono stati trovati segni di vita domestica: focolari, attrezzi e contenitori.
Richards è entusiasta dell'esperienza vissuta. Come egli stesso afferma, cercherà di trasmettere la bellezza delle Grotte di Mustang con la sua attività di fotografo: “Essenzialmente, alla fine di questa esperienza, ciò che per me è stato illuminante è il connubio tra scienza, esplorazione e cultura”, conclude il foto-esploratore.